Domenica 26 aprile, dalle 15 alle 18,30, la chiesa della SS. Trinità, gioiello dell’architettura barocca realizzato da Francesco Gallo e splendidamente affrescato dai fratelli Pozzo, tornerà ad ospitare idealmente i confratelli dei “battuti rossi” che ne avevano promosso la realizzazione dal 1730 al 1738. Le guide dell’associazione “Cicerone” proporranno infatti le consuete visite all’edificio indossando però il robone rosso, il saio che distingueva i membri della confraternita impegnata, fin dal XIV secolo, nella gestione del primo ospedale fossanese, poi ampliato e annesso alla chiesa del Gallo.
Il fenomeno delle confraternite ha caratterizzato la storia della nostra città, come del resto quella di molte altre realtà italiane, fino al secolo scorso: si trattava di associazioni di laici che si ritrovavano per pregare e compiere opere di carità, specializzandosi ognuna in un certo settore. Il nome di “battuti” deriva dall’abitudine di flagellarsi durante le processioni lungo le strade, in segno di pentimento e mortificazione. A Fossano, oltre ai battuti rossi che curavano appunto gli ammalati in un’epoca ancora lontana dalla nascita di uno stato sociale o di gruppi di volontariato, furono attivi i battuti bianchi e i battuti neri, di cui restano ancora oggi le chiese omonime.