Questa chiesa fu sede della confraternita fossanese dei battuti Bianchi (dal colore del saio), che aveva il compito di raccogliere somme di denaro per riscattare i cristiani fatti prigionieri dai mori e dai turchi. L’aspetto attuale dell’edificio è la somma delle varie modifiche apportate nel XIV e nel XV secolo. Originariamente in questo sito era posta una cappella appartenente al chiostro della chiesa di San Francesco, dove i frati tenevano una mensa per i poveri. La prima edificazione risale al ‘500; nel primo quarto del secolo successivo venne edificata la parte posteriore della chiesa, mentre la facciata, il portico e il campanile risalgono alla fine del ‘600 e sono opera di Michele Damino Boetto. La facciata presenta caratteri tardo-manieristici, con linee sobrie e proporzioni geometriche. Nell’interno, ad una sola navata con volte a botte unghiata, sulla parete di fondo è visibile un Cristo in croce risalente alla prime edificazione cinquecentesca. Particolare è anche il coro ligneo posto al primo piano, sopra il portico, dove i confratelli bianchi erano soliti riunirsi.