Anche questo è il frutto di riplasmazioni del ‘700 su una costruzione più antica. I lavori iniziano nel 1784 per opera dell’amministrazione Comunale. L’edificio originario aveva una torre (la bicocca), andata a fuoco alla fine del ‘600.
I lavori sono diretti dal Quarini, che amplia la struttura originaria. Quello che vediamo oggi è l’unione di tre palazzi distinti: l’antico palazzo comunale finiva con la Sala Rossa; lo Stato Civile apparteneva al a casa del Monte di Pietà.
La sala rossa è sta dipinta tra il 1795 e il 1810 da un anonimo: i documenti in archivio tra la fine del ‘700 e gli anni venti del 1800 sono andati in gran parte perduti in epoca napoleonica. Per Morra l’autore di queste tempere è lo stesso che ha dipinto la sacrestia di San Filippo, un certo Bagnasacco: nella sala ci sono quattro medaglioni rosa con dei bellissimi paesaggi; nella sacrestia ce ne sono si analoghi ma verdi.
Il palazzo contiene due dipinti:
Notevoli anche le sovrapporte con scene di vita fossanese (vita di s. Chiara, liberazione della città dai nazifascisti…), realizzate dal Gambotti nel 1970.